Tutti abbiamo i nostri problemi e i momenti di difficoltà e pensiamo che saremo felici soltanto quando questi non ci saranno più.
E nel frattempo, siamo arrabbiati, irritati, siamo stufi di questo presente che percepiamo come un nemico che ci tortura, che non cambia, che non se ne va. Come se fosse un’entità astratta fuori di noi.

E non cambierà se continueremo a nutrirlo di risentimento, di impazienza, di sensi di colpa e ingiustizia perché la realtà esterna che viviamo non è che il riflesso, lo specchio del nostro stato d’animo, della nostra realtà interiore e la conseguenza inevitabile delle nostre scelte fatte e non fatte.
E ora, cosa fare per cambiare?

“Lavoraci” – ci dicono. E molti gia’ si sentono stanchi al solo pensiero. Ma poi, che significa “lavorarci?

Allora mettiamola così.
Non serve lavorarci. Serve “Accorgersi”. Solo questo.
Fermare i pensieri e respirare. E in quel respiro, accorgerci del nostro stato d’animo, accorgerci della nostra irritazione, della nostra rabbia, delle emozioni e dei pensieri riguardo alla situazione che stiamo vivendo.
Accorgersi significa prestare attenzione al presente e guardarlo con altri occhi.

E mentre ci fermiamo a guardarlo, ci stiamo già disidentificando da quei sentimenti, da quelle reazioni ripetitive, da quei pensieri rabbiosi e squalificanti.

E può accadere che quel presente che percepiamo come un nemico, ci guarda anch’esso per parlarci di noi, dei nostri veri bisogni ma anche delle nostre responsabilità e delle conseguenze delle nostre azioni.

E puo’ accadere che lo sguardo “severo” del presente si dissolva con il nostro abbraccio, con un sorriso e con un ringraziamento per averci riportato sulla strada della forza e della saggezza.