L’avevo messa su un piedistallo. Mi ha deluso, tradito. Non la perdonerò mai.

Quante volte l‘ho sentito dire. Uomini che proiettano sulla partner un ideale di donna santa o madonna. Una donna perfetta, onnicomprensiva, che ama solo loro, che soddisfa ogni loro bisogno, che esaudisce ogni loro desiderio. E lei, che sta sul piedistallo si sente superiore agli altri, si crede migliore di te, “se la tira”, come si dice.

Ma questa donna corre un pericolo perché non si accorge che sul piedistallo ce l’hanno messa: chi? Può essere un fidanzato, ma anche un genitore, un’insegnante, un collega, un datore di lavoro, un’amica, persone intorno che ti fanno sentire importante. Ti gratificano senza un particolare merito, ti dicono che sei speciale, unica, che si fidano di te come nessun altro, che sono sicuri che non li deluderai mai.
E non ti accorgi che una volta sul piedistallo, sei in trappola perché non puoi sbagliare, deludere, essere “meno”.
E pian piano la tua spontaneità sparisce, ti senti sola, finta, indebolita, triste.

E se succede che commetti un errore, l’altro ti toglie improvvisamente la stima, l’amore, l’importanza che ti aveva dato. Così scopri amaramente che non eri tu la depositaria della forza ma era l’altro che l’aveva proiettata su di te, manipolandoti.
Come ti ha messo sul piedistallo, così te lo toglie da sotto i piedi.
E Il crollo improvviso dell’identità costruita sulle altrui aspettative e proiezioni non è tanto piacevole. L’altro può diventare violento per vendicarsi della delusione subita. E tu ti senti distrutta,inutile, stupida, sbagliata,colpevole.

Sono schemi, dinamiche di coppia che si ripetono da adulti e che hanno origine durante l’infanzia, nei primi modelli di amore e relazione con i nostri genitori, con i nonni, con le persone significative.
La psicologia la chiama “viziamento affettivo”, cioè un’importanza sproporzionata che ti viene data senza merito esistenziale.
Vale la pena tenersela?

Allora, ogni tanto verifichiamo se qualcuno ci sta mettendo sul piedistallo e scendiamo da sole, ritornando umili, con i piedi per terra.
Le nostre relazioni saranno più semplici e più vere perché saremo noi ad essere più leggere, libere di vivere a modo nostro, con le nostre sane imperfezioni