Tempo di ferie. Interrompiamo la solita routine fatta di luoghi, persone, pensieri, obblighi, impegni. Così ci rilassiamo, ci divertiamo, ci sentiamo alleggeriti e proprio in queste circostanze, senza accorgercene rischiamo di entrare con superficialità nella relazione con l’altro, cioè perdiamo la vigilanza del nostro corpo, del nostro spazio fisico ma anche di quello emotivo e ci ritroviamo all’improvviso, con l’umore cambiato.

Allora, vi svelo qualche “trucchetto” per mantenersi vigili, cioè consapevoli e compresenti mentre siamo insieme agli altri.

  1. Prima di tutto bisogna sapere che è importante imparare ad avere un costante riferimento dentro di sé, rimanere in contatto con il corpo che continuamente ci dà segnali di come stiamo vivendo l’interazione con l’altro. Quindi, mentre parliamo (anche al telefono), è utile mantenere l’attenzione su una parte del corpo (naso, mani, pancia, ecc.) o anche su un accessorio che decidiamo come riferimento ( una chiave, un fazzoletto, un orologio, ecc..).Lo scegli e non te ne distacchi.
  2. Evitare ogni tipo di pettegolezzo, di chiacchiere a vuoto, perché è un entrare nella psicodinamica di un’altra persona, nei sistemi familiari altrui e se ne esce in qualche modo influenzati e anche “inquinati”. Insomma, farsi i fatti propri. A meno che non lo si faccia per lavoro ma lì si presuppone ci sia un’adeguata preparazione tecnica di come “entrare e uscire” rimanendo integri psicologicamente e moralmente.
  3. Infine, non sforzarti di parlare, di scherzare, di sorridere, di partecipare a qualcosa che percepisci appunto come una forzatura. Anche se ti trovi tra amici o parenti e ti sembra che ci possano rimanere male o pensare male di te. Perchè sforzarsi è una forma di “prostituzione” della propria vitalità in situazioni che ormai non sono più di valore per te. Quando la voglia di stare insieme è svanita, è bene congedarsi in modo educato ma fermo. E se proprio ci devi stare per obblighi importanti, bisogna imparare il distacco interiore, cioè ascoltare senza coinvolgimento emotivo.
  4. Non è difficile e farai l’esperienza di una maggiore vitalità e stabilità emotiva. Come dice qualcuno: Non credere ma verificare.